Iuav

  • Posted on: October 19, 2013
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13. Insegno come professore a contratto, dal 1995 al 2011, Storia dell’Arte Contemporanea nella Facoltà di Design e Arti, Corso di Disegno Industriale dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Nel 2001 vengo nominato professore a contratto anche di Storia delle comunicazioni visive Viene richiesta la mia afferenza al Dipartimento Arti Disegno Industriale. Nel gennaio 1999 sono comandato, con decreto del Ministero della Ricerca Scientifica e della Pubblica Istruzione, presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, per studiare, organizzare e svolgere una ricerca scientifica sul Design nel Nord Est d’Italia, incarico che non sarà rinnovato l’anno seguente quando – soprattutto grazie alla collaborazione del professor Ennio Chiggio- avevamo mappato tutta l’area di produzione industriale e rilevato, per la prima volta, la rete di interrelazione tra le industrie e il bacino di distribuzione e di consumo.
Si deve puntualizzare quanto segue: il Corso di Laurea in Disegno Industriale di Treviso, in seguito denominata Facoltà di design faceva e continua ad essere una realtà staccata, e lontana, senza contatti, con l’altra parte, quella chic, dedicata alle arti, con sede a Venezia. La scelta delle che sedi che si sono succedute, da un vecchio edificio militare all’estrema periferia della città a quella attuale, situata in un edificio compresso tra una casa per anziani e una scuola primaria, è già di per sé sufficiente per farci capire la scarsa importanza che la Cassa Marca e le altre istituzioni ed enti hanno attribuito a questa Facoltà, priva persino di una sia pur minima biblioteca di consultazione e di studio.

Voglio ora documentare come si è risolto il mio contratto di insegnamento in quella facoltà. Per fare ciò copio due mail di oggi (20-09-2014), la prima inviata ad un caro collega molto stimato e, di seguito, la sua risposta.

Caro collega,
professor Alberto Pasetti.

Ho letto la Sua risposta al professor Grillenzoni.
Mi permetto di aggiungere alla necessaria conoscenza di eventi comuni anche il mio caso.
Ho insegnato Storia dell’arte contemporanea al CLADIS dal 1995 al 2011, con quella qualità che prego di controllare su www.selfproject.it, dove tutti i materiali di insegnamento sono stati inseriti (naturalmente anche tutte le registrazioni delle lezioni dal vivo e senza censure ..). Vorrei osare di aggiungere di aver ottenuto per questa metodologia di comunicazione open source riconoscimenti a livello internazionale.
A settembre del 2011 telefono alla segreteria della Facoltà per chiedere spiegazione del fatto di non aver ancora ricevuto l’orario delle mie prossime lezioni.
Il Direttore amministrativo mi informa che proprio non gli sembra che io sia più nel novero dei docenti.
Incontro casualmente il Direttore professor Zito, mentre mi reco a fare gli esami autunnali, di lì a poco.
Si meraviglia che io non ci sia più e promette che mi telefonerà, anche perché mi propongo a titolo gratuito.
Naturalmente non l’ho più sentito, se non in risposta ai miei auguri di mezzanotte dell’ultimo dell’anno.
Cari saluti.
Ernesto L. Francalanci
Forse la seguente informazione non è del tutto pertinente con quanto precede, ma mi sta a cuore informarla che è da poco uscito per Mimesis il mio ultimo libro intitolato: Estetica del potere (!….).

Ed ecco la risposta ad immediato giro di posta:

Caro Ernesto,

grazie per la comunicazione e-mail, in particolare per la notizia del libro che non mancherò di procurarmi (il tema mi sembra molto appropriato)! In questi giorni sto ricevendo diverse segnalazioni e commenti analoghi a quello che Lei mi ha inviato. Certo, sapere che questo trattamento è toccato anche a Lei (ci davamo del tu nelle occasioni dei rari incontri organizzativi) sembra quasi incredibile. Forse è il caso di meditare su una “lettera aperta” al Gazzettino o al Corriere del Veneto, a firma di tutti i docenti i quali, sic, si riconoscono in questa comune verità nascosta, che di sicuro potrebbe far riflettere l’opinione pubblica sulle reali opportunità perse, in un Ateneo che godeva di un’elevata fama, non solo nazionale!
Il titolo “succede allo IUAV” potrebbe essere adeguato e di sicuro gli elementi salienti per condire questa forma di denuncia  non mancherebbero, partendo proprio dall’ultimo caso emerso. E mi permetto di ripetermi una seconda volta: un caso di malcostume è ammissibile (se pur mai giustificato), alcuni sono più che fastidiosi, diversamente molti, come nel caso nostro, indicano una vera e propria distorsione del concetto di arroganza che va, come minimo, segnalata se non arrestata. Senza dimenticarsi che i veri perdenti (alcuni inconsapevoli) di tutto ciò sono comunque e sempre gli studenti e questo, come sappiamo bene, fa notizia!
 Cosa ne pensa?
 Un cordiale Saluto,
Alberto Pasetti