è giusto che l’artista in quanto tale si senta libero da qualsiasi limite?

Gli artisti contemporanei tendono sempre più ad affrontare il percorso creativo con metodi e performance quanto meno discutibili, mi riferisco ad esempio all’appendersi con dei ganci conficcati nel corpo oppure l’utilizzo in performance teatrali di cadaveri animali, o all’iniettarsi sostanze radioattive nelle vene, per citare l’ultima lezione. Ciò è loro concesso in qualità di artisti, ma è corretto non porre alcun tipo di soglia alla denominazione “arte”? o meglio alla “libertà artistica”?

L’arista dovrebbe darsi qualche sorta di auotolimitazione oppure ciò inaridirebbe il processo creativo e quindi l’arte?

Mi piacerebbe sentire qualche opinione poichè credo che le risposte non appartengono ad una sola voce, ma siano il frutto della condivisione delle idee.


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