Quale autonomia di scelta può avere il soggetto di un opera d’arte?

Nella lezione relativa al connubio-divario tra la scienza e l’arte Francalanci ha citato una artista, del quale purtroppo non sono riuscita a reperire il nome,che prospetterebbe di realizzare una performance nel corso della quale dovrebbe incontrare sul palco il suo clone.Questo mi ha fatto sorgere dei quesiti circa la possibilità di scelta lasciata al “Soggetto” dell’opera.Tale valore della libertà è legato ad ogni forma di vita anche se pare logico che un artista che si avvalga di un animale nella sua opera d’arte non sia in grado di domandare a questo il suo parere…certo il coniglio di Kac non poteva parlare. In questo seconda caso, tuttavia, il soggetto sarà un essere unmano, per quanto clonato, che a rigor di logica dovrebbe possedere una logica e un intelletto. Per questo non comprendo come lo si potrebbe obbligare a presenziare a tale performance nel caso egli si opponesse? o come dovrebbe essere cresciuto, perchè passeranno degli anni dalla sua “creazione” al momento della presentazione, per prepararlo all’evento?e se egli dovrà rappresentare le esatte fattezze dell’artista sarà costretto a mantenere lo stesso stile di vita del suo creatore??Tutte queste questioni mi inducono a riflettere sulla libertà di autodeterminazione e sulle scelte esistenziali(badate bene che non intendo fare dei moralismi o indottrinamenti religiosi essendo io la prima ad oppormi ad essi).
un ultimo appunto, nel corso di comunicazione visiva ci hanno ricordato che non è possibile uttilizzare foto altrui per i nostri manifesti in quanto questo viola la proprietà dell’immagine e la personalità di chi viene ritratto..Se solo una foto, dunque, causa così tante problematiche (anche legali) cosa dire di una vita umana impostata a soggetto dell’arte?


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